Il Giudice dell’udienza preliminare di Avellino ha assolto D.C. M. accusata di aver spedito HASHISH all’interno di un pacco recapitato al figlio detenuto presso il Carcere di Sant’Angelo dei Lombardi.
Il Giudice ha emesso il provvedimento di assoluzione ritenendo che non sia stato possibile ricavare dati oggettivi da cui desumere con sufficiente certezza che il pacco contenente la droga fosse stato spedito dalla madre.
La donna è stata imputata per il solo fatto di essere il mittente ed in assenza di qualunque ulteriore attività d’indagine. Il giudicante, poi, ha precisato che il vaglio dibattimentale non potrebbe aggiungere alcun elemento alla ricostruzione dei fatti, considerato che sono trascorsi ben 3 anni dai fatti e non vi è più possibilità di procedere all’esame dei filmati contenenti le registrazioni di entrata e di uscita dall’ufficio postale, nonché all’individuazione della ricevuta di spedizione del pacco.
Determinanti ai fini della decisione, le dichiarazioni spontanee rese dall’imputata che, visibilmente commossa per l’assurdità della vicenda che l’ha vista coinvolta, ha spiegato al Giudice di aver combattuto tutta la vita per aiutare il figlio a disintossicarsi, sostenendolo psicologicamente ed economicamente nei percorsi di recupero nelle diverse comunità in cui è stato ricoverato.
La storia, dunque, si è conclusa con una sentenza di non luogo a procedere nei confronti della madre per non aver commesso il fatto.